Torna il momento di ricordare i ‘padri’ del rugby milanese, tre grandi presidenti Augusto Bottiglia (Amatori) e Gian Battista Curioni (Asr) Cesare Ghezzi (Chicken).
La XIII edizione è organizzata da Amatori Union e l’appuntamento è al 'vecchio Crespi' che oggi è, al contrario, uno dei campi di nuova generazione risorti in città.
Il Torneo, storicamente dedicato ai Cadetti di Rugby Milano e Cus, e al primo XV di Amatori e Chicken, si allarga quest’anno ai giovanissimi della under14 quasi a ricordare il grande impegno dei Presidenti verso i giovani che è anche il fil rouge che unisce il rugby ambrosiano e, come da tradizione si gioca a ridosso dell'inizio di campionato.
I PRESIDENTI
Augusto Bottiglia, nato a Varese, classe 1921, è stato ufficiale di marina (come Ezio Cozzaglio, fondatore e anche lui presidente di Asr). “In quegli anni di dilettantismo puro per garantire uno stipendio ai giocatori li assumeva (nella società di cui era ad, ndr), così andava a finire che gli uffici della Sio pullulavano di armadi a due ante”, lo ricorda in un articolo del 2008 il giornalista Luca Fazzo. Presidente dalla fine degli anni ’70 dell’Amatori fino alla fine degli anni ’80 e viene ricordato anche per aver riportato i ‘tori’ meneghini dalla serie C alla serie A (nel 1984). “Straordinaria intelligenza e visione sintetica e razionale della vita e del gioco” lo ricorda Giancarlo Giovannini che lo ha prima conosciuto sul lavoro e poi ha condiviso con lui la passione per il rugby, fino a succedergli nel ruolo di presidente dell’Amatori. Il rugby gli piaceva perchè "bisognava gestire ed equilibrare forza fisica e intelligenza, uno sport matematico, dove l’uso della forza potrebbe lasciare spazio a una naturale esagerazione e invece resta leale e puro”.
Giovan Battista Curioni, uomo dal carattere riservato che amava la libertà sorretto da forti ideali etici, sempre coerente con le proprie scelte. Nato nel 1923 a Milano, primario di ortopedia all’ospedale Gaetano Pini, iniziò a giocare da giovane nel Guf e poi dal 1945 nel Rugby Milano, di cui fu uno dei fondatori. Per lui il rugby era ‘amicizia, pulizia, umanità e sincerità’. “Da noi il rugby non è il fine, ma il mezzo, il modo, la maniera. Da noi il rugby è uno stile e una filosofia di vita. Chi viene qui, chi gioca qui, non lo fa per vincere, ma per imparare a stare al mondo. Una bella differenza’ ricorda il figlio Stefano Baia Curioni (anche lui per anni presidente di Asr).
Cesare Ghezzi, nato a Milano nel 1909. Approdò al rugby ‘tardi’, nel 1930 dopo il servizio militare e conclude la sua carriera di giocatore nell’Amatori, con un bilancio di tre titoli nazionali e numerosi incontri internazionali anche come capitano della nazionale. Comincia quindi il suo percorso di allenatore (con Asr) e nel 1956 fonda il Chicken dove applicare senza compromessi la sua concezione del gioco. Per lui il rugby è un gioco formativo, e i primi giocatori del Chicken saranno proprio il figlio Franchino, suo nipote Pinuccio e i loro compagni di classe alla scuola media di piazza Ascoli. “Non si capacitava – lo ricorda chi lo conosceva – che la Federazione di allora non permettesse ai ragazzini di giocare".