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Serie A, l'Accademia un'anomalia che mette alla prova

Un mese per riflettere, un mese per lavorare duro. La lunga pausa imposta al Campionato di Serie A dal Sei Nazioni (come sempre i Seniores si fermano quando gioca la Nazionale) questa volta segna anche un passaggio, una maggior consapevolezza di sé per i biancorossi, anche se è significato passare per una sconfitta, quella del 26 gennaio con l'Accademia.

Una partita difficile da commentare, anomala; solo prendendo le distanze si riesce a mettere a fuoco quello che abbiamo visto in campo. Due mondi, due approcci al rugby che non si incontrano, quello professionistico e quello dilettante. 

Corrado Pilat, il tecnico bellunese (7 caps nella Nazionale) che allena l'Accademia ci spiega, a margine della partita quali sono infatti gli obiettivi del suo lavoro: "c'è quello della formazione del giocatore soprattutto dal punto di vista fisico, infatti siamo affiancati da staff incredibili ed è da giugno cheqvorano molto molto duro e poi interveniamo noi tecnici che gli diamo i messaggi che sono quelli della comprensione, della lettura per riuscire poi a risolvere le cose in campo".

In campo i biancorossi si sono trovati davanti molti dei ragazzi che la settimana dopo a Colwyn Bay hanno sconfitto la Nazionale gallese e quella dopo ancora la formazione U20 francese (tra questi, e ne siamo doppiamente orgogliosi Muahmed Hasa).

"Loro sono primi in classifica, noi a metà, non è per caso, la differenza si è vista in campo. Nel primo tempo non sono riusciti a esprimersi al meglio, il nostro buon gioco li ha arginati ma 11 a zero era comunque troppo poco per il gioco espresso, avremmo dovuto segnare di più e questa è una delle cose su cui riflettere: il perché di tante occasioni non portate a casa" osserva l'allenatore dei biancorossi Federico Grangetto.

"Nel secondo tempo abbiamo reagito, giocando più sulla velocità, sul ritmo, e questo ci ha permesso di riconoscere il nostro gioco ed essere più efficaci per andare a segnare " conferma la visione di Corrado Pilat, allenatore dell'Accademia Francescato.

 

"In queste settimane ci abbiamo lavorato, cercando di capire dove possiamo fare di più. L'attitudine c'è ma il gap tra una squadra che si allena 4 ore e mezza alla settimana e una che del rugby fa la sua priorità con 4 ore al giorno di allenamenti non è colmabile". Nel secondo tempo gli Azzurrini "hanno trovato gli spazi giusti, 

hanno giocato a una velocità notevole - spiega Grangetto - È noi non siamo riusciti a tenere lo stesso ritmo per tutti gli 80 minuti. I ragazzi non hanno mai mollato, hanno rispettato il piano di gioco e ci hanno provato fino in fondo.

È difficile commentare quella partita, forse avremmo dovuto rallentare il gioco, chiuderli nella mischia? Forse ma non è il gioco che esprimiamo a Milano".

In vista della prossima partita con il Settimo (posticipata al 23 febbraio) "ancora una volta non voglio pronosticare risultati - dice Grangetto - ma parlare di una bella opportunità per tornare a vincere. Dobbiamo farci trovare pronti, nessuno ci regalerà nulla. Nemmeno nell'incontro successivo, quando andremo a Lumezzane e I Centurioni difenderanno il campo di casa con tutte le armi a loro disposizione. Abbiamo ancora due settimane per lavorare, per lavorare duro".

 

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