Ezio Cozzaglio, il ricordo di Lucio Dal Buono

Sara, la figlia del mio amico Dino Palumbo, terrone pugliese ma grande scalatore e mio compagno in innumerevoli avventure, mi si è arrampicata sulle ginocchia e mi ha detto: “ Cantami la canzone del Capitano”.     E allora ho capito. Ho capito cosa dovevo dire per la morte di Ezio Cozzaglio.   Perchè la canzone del Capitano  degli Alpini che vuole che il suo corpo sia tagliato in 5 pezzi,  non è nata, in realtà,  sui ghiacciai dell'Adamello nella guerra del 15-18.  E' nata quando Michele del  Vasto, Marchese di Saluzzo, nel 1528, è morto all'assedio di Napoli, comandando i suoi  saluzzesi.     E la fidanzata di cui parla la canzone è Margherita Paleologo, Marchesina del Monferrato. 

Ed Ezio era l'ultimo esponente di quelle generazioni che ancora hanno vissuto quel ciclo storico  che si estendeva da Michele del Vasto fino ai giorni nostri: il ciclo della civiltà europea.    Aveva fatto la guerra.   L'aveva superata, cosa non da poco,  e sempre per tutta la vita è stato un educatore, una guida delle giovani generazioni attraverso quella grande scuola di sport, vita ed etica, che è il rugby.   O , per lo meno, che lo è stato fino a ieri. Adesso con  l'avvento del professionismo,  il suo futuro, dal punto di vista educativo,  è molto più incerto.  

E, prima di lui, avevo  vissuto la morte dell'amico di mio padre,  Ceriana, medico, poeta e paracadutista della Folgore ad El Alamein.  Quella di Curioni, anche lui medico, grande educatore  e indimenticabile  Presidente.  E adesso la morte di Ezio.     Pensavo di morire prima di lui. Mi sembrava una figura quasi sempiterna.       Aveva conosciuto gli atleti di prima della guerra. E poi  Olivetti, Origoni,  Ceriana, Curioni. Tutte quelle grandi e nobili figure del rugby.   Di tutti sapeva e tutti li accompagnava con quel  inimitabile ottimismo per cui quello che era passato ci sembrava presente e sempre vivo, sempre attuale.   Di tutti ci raccontava e tutti riemergevano vivi dal passato.    Ci deliziava, nelle nostre cene di vecchissimi rugbisti, con battute di profonda umanità.   Ultimamente ci diceva:” Ogni volta che vado ad un funerale, mi sento sempre molto imbarazzato.  Sono io quello da molto tempo in “pole position” e devo sempre assistere ai funerali degli altri”.

Vedevo in chiesa quei tipici uomini del rugby  alti, possenti. I giocatori di ieri. C'erano poi ragazzi con le stesse caratteristiche e infine un gruppo sparuto di vecchietti: noi, i primi giocatori del dopoguerra, ormai ridotti sia in numero che in dimensione.  E però mi ha fatto profonda commozione vedere uno di quei giganti cinquantenni singhiozzare stretto alla Egle Righi.  

Che bello! Ezio ha fatto quello che dovrebbe fare ognuno di noi: trasmettere alle giovani generazioni la civiltà dei padri.  Quel sapere di secoli che è l'unica cosa che distingue gli uomini dalle bestie.  E, nel nostro caso quell'insieme sapiente di ricordi e di civiltà ,  che si è trasmesso dai Michelangelo, dai Leonardo, dai Dante fino a noi. E che più umilmente si concretizza nella canzone che i soldati saluzzesi cantano in onore del loro capitano, ultimo marchese di Saluzzo.  O che un Ceriana,  un Curioni,  un Cozzaglio e tante altre belle figure ci hanno insegnato nel fango del Giuriati.

E, vi devo dire, mi si stringeva il cuore ai funerali di Ezio. Chi saprà come lui e come gli altri grandi,  trasmettere i valori della nostra civiltà alla nuove leve?       Quelle parole antiche che sono risuonate nella chiesa  ad opera dei due sommergibilisti e che parlavano di Patria, dovere, onore, sembravano irrimediabilmente superate , anche se loro,  i nostri padri ed i nostri nonni,  ci avevano pur creduto.     

Viviamo – è inutile nascondercelo – in tempi di profondo declino.   Tutta la nostra mirabile civiltà europea sta crollando.  E' la fine di una era. E non si vede ancora un'accettabile alternativa.

Però bisogna confidare che, qualsiasi siano le nuove strade della Civiltà, sempre ci saranno degli Origoni,  dei Curioni, dei   Cozzaglio ad indicare la via ai nostri figli e nipoti.  

 

Lucio Dal Buono

Main Sponsor

Partner